Fino a poco tempo fa sapevamo ben poco di quanto Giuseppe Timpano fosse dedito allo sport, conoscendo solo quanto riguardava la sua attività in ambito hockeystico. Una serie di foto inviateci dal nipote, tuttavia, ci ha incuriosito e quindi dato modo di fare ulteriori ricerche su di lui. Nato il 22 novembre 1907 a La Spezia indossa la casacca del glorioso Hockey Club Milano solo all’inizio della stagione 1933-34. A differenza di molti sui compagni che arrivano a vestire la maglia della prima squadra passando dagli allievi e dalle seconde linee il suo arrivo è del tutto inatteso. Bisogna pertanto fare qualche “indagine” per scoprirne la provenienza. Come accaduto in passato per altri giocatori italiani, la sua formazione hockeystica si scopre dunque essere elvetica. Agli inizi degli anni ’30 si trova infatti in Svizzera, più precisamente a Losanna, dove studia nel prestigioso Lycèe Jaccard.
E’ una delle prime scuole superiori elvetiche strutturate sul modello anglosassone dove lezioni e sport corrono di pari passo. L’idea è venuta a Marius Jaccard, ex nazionale svizzero di hockey su ghiaccio con due partecipazioni olimpiche alle spalle, quella di Anversa 1920 e di Chamonix 1924. La scuola si trova in località Pully, praticamente affacciata sul lago, ed è tuttora esistente pur avendo cambiato denominazione.
All’epoca era frequentata da ragazzotti provenienti da tutta Europa (e non solo) dediti allo studio e allo sport, qualunque tipo di sport. Giuseppe Timpano è un ragazzo dotato di gran fisico, che ben si presta a quasi tutte le attività. In questi anni si dedica pertanto a numerosi sport “tradizionali” e a svariate discipline considerate “emergenti” tanto che il suo nome compare in diversi giornali d’epoca nei resoconti delle più disparate competizioni. Corre, nuota, lotta, scia: dove c’è una gara Timpano risponde presente. Si classifica così in alcune prove di nuoto, si avvicina agli sport invernali, scende sul prato giocando con una palla ovale. Il suo nome figura ad esempio nel roster dello Stade-Lausanne che perde in amichevole contro l’Amatori Rugby Milano il 17 ottobre 1932. Proprio la squadra che in quegli anni domina in Italia, vincendo campionati a ripetizione.
Con un fisico come il suo si dedica anche ad uno sport relativamente giovane come il bob, un’attività introdotta in Italia dal Conte Bonacossa, tanto che nel 1933 viene selezionato con la squadra del dopolavoro Montana a rappresentare l’Italia ai mondiali di Chamonix. Si tratta di un’edizione sfortunata: a causa delle pessime condizioni della pista dovute alle copiose piogge dei giorni antecedenti all’evento, numerosi equipaggi escono di scena ancor prima dell’inizio della gara, altri si ritirano al termine della prima manche e solo poche formazioni si qualificano per la seconda decisiva discesa. Tra queste il quartetto di Timpano, guidato da Pagano e completato da Tagliaferri e Rossi classificatosi secondo solo dietro ai padroni di casa, mostrando una spavalderia e un coraggio fuori dal comune.
Durante e soprattutto al termine della competizione si segnalano numerosi incidenti tra l’organizzazione, che non ha annullato la gara malgrado la quasi impraticabilità della pista, e le squadre partecipanti, tanto che la federazione internazionale decide in seguito di non assegnare il titolo.
Nel frattempo Timpano si è avvicinato anche all’hockey su ghiaccio, dove ottiene fin da subito ottimi risultati, giocando per la formazione del liceo. In questi anni il Lycee Jaccard partecipa anche al massimo campionato svizzero e il giocatore italiano figura spesso tra i migliori della sua squadra, tanto da guadagnarsi svariate convocazione nelle selezioni cantonali impegnate nelle amichevoli internazionali. Timpano è ormai diventato un giocatore di interesse nazionale, e l’Hockey Club Milano, alle prese con la diaspora di alcuni atleti passati ai Diavoli Rossoneri, lo “ingaggia”, alternandolo tra prima e seconda formazione. Probabilmente i dirigenti milanesi si erano accorti di lui un paio di stagioni prima, in occasione di un’amichevole tra la seconda squadra meneghina e lo Star Losanna Hockey Club, nel cui roster, il 29 novembre 1931, è presente anche il nativo di La Spezia. Con gli “stellati” elvetici Timpano gioca numerose amichevoli contro squadre francesi, tanto da attirare anche l’interesse del C.S.H.P. di Parigi con qui nel 1932 disputa alcuni incontri. L’esordio milanese è datato 24 novembre 1933 nel corso di un incontro contro il St. Moritz di Rudy Ball: i commenti sono positivi.
Nelle numerose foto del periodo Giuseppe Timpano si segnala come il giocatore più alto della squadra. Dotato di buona tecnica si alterna tra attacco e difesa con uguali risultati, tanto da essere selezionato per i mondiali giocati a Milano nel 1934 e per le Olimpiadi di Garmisch del 1936. Il ridotto numero di giocatori a roster in quegli anni ne fa di fatto, in entrambe le occasioni, la prima riserva, ciò nonostante vive queste esperienze al pari dei suo compagni, partecipando a tutti gli eventi connessi ai giochi.
Appassionato di motonautica corre in questo periodo in numerose gare internazionali: partecipa, arrivando secondo, al Gran Premio di Cannes nel 1934. Il successo in terra francese è solo rimandato alla stagione successiva quando figura anche tra i concorrenti della VII edizione della Pavia-Venezia. Nel 1936 vince poi la gara di Postdam-Berlino in Germania.
Nel frattempo ha accettato l’invito della federazione ad allenare la nascente formazione di hockey ad Asiago, siamo nel 1935, attività che lo vedrà protagonista anche negli anni immediatamente successivi al secondo conflitto mondiale. Continua a giocare a Milano, vince da protagonista il campionato 1936-37, allena anche gli allievi meneghini.
Sul finire degli anni ’30, pur continuando a vestire la casacca dell’AMDG Milano in numerosi incontri, indossa anche la maglia del GUF Padova, con Pellegrini e D’Apollonia, giocando svariate partite in Alto Adige. Le sue ultime apparizioni in maglia milanese risalgono al periodo bellico, poi, dopo il 1945, continua la sua attività di allenatore/giocatore ad Asiago, dove si trasferisce mettendo su famiglia, ed in seguito nel Sasslong, con cui vince il campionato di serie B nel 1952, all’età di quarantacinque anni, battendo in finale l’Amatori Milano di Tino Crotti.
Gli ultimi scampoli di hockey giocato lo vedono nuovamente sull’altopiano, ma la sua vita si intreccia al mondo dello sport fino alla fine. Da dirigente FISI del Veneto, da arbitro di hockey, continuando a praticarlo in ogni sua forma, anche solamente da appassionato.
Ci fosse una Hall of Fame italiana sarebbe inserito nella categoria “Builder”, avendo dato il via all’avventura hockeystica sull’altopiano di Asiago allenandone i primi coraggiosi giocatori. Una dedizione che lo porta poi in Val Gardena con l’identico scopo, far crescere una nutrita leva di giovani. Per noi, invece, Giuseppe Timpano entra di diritto nella Ca’ del Giazz, come giocatore di hockey, certo, ma soprattutto come sportivo completo, esempio da seguire in un mondo, quello italiano, malato di “football” e con la percentuale maggiore, in Europa, di adolescenti che non praticano alcuna attività sportiva.