In occasione dei playoff della serie B 1986 sulle divise dell’Hockey Club Milano comparve la sponsorizzazione Saimex: nessuno poteva ancora immaginare quello che l’impresa di trasporti, allora presieduta da Alvise Di Canossa, avrebbe rappresentato per i tifosi milanesi negli anni a seguire. Due stagioni più tardi, in seguito alla cessione della divisione aerea dell’azienda all’americana Fedex, fece il suo esordio sulle casacche milanesi il marchio della casa madre: Saima affiancò il nome della squadra in un crescente coinvolgimento che rese fin dall’inizio l’unione tra il Milano e il suo sponsor un connubio perfetto. Non poteva essere altrimenti considerando i legami storici che uniscono il famoso marchio di trasporti alle vicende hockeystiche milanesi: Saima è infatti l’acronimo di Società per Azioni Innocente Mangili Adriatica a cui segue la dicitura spedizioni internazionali a sottolineare l’importanza di un’azienda fondata addirittura nel 1816. Quella dei Mangili fu famiglia di spicco tra la fine dell’ottocento e i primi anni del novecento tanto che Cesare venne nominato senatore del Regno nel 1905 e ricoprì cariche di rilievo all’interno del nascituro sistema bancario nazionale. Proprio in quegli anni entrarono nella società numerosi importanti imprenditori, tra cui Olivetti, Pirelli e Alberto Bonacossa. Le passioni sportive e gli ambiziosi progetti di quest’ultimo, già campione d’Italia di pattinaggio nel 1914, furono sicuramente di “ispirazione” per convincere Innocente Marco Mangili, figlio di Cesare e nipote del fondatore della Saima, ad ideare il progetto Palazzo del Ghiaccio, costruito grazie alle ricerche ed ai fondi messi a disposizione da una sua azienda: la società dei magazzini refrigeranti e del ghiaccio artificiale Gondrand Mangili, antenata della Frigoriferi Milanesi che ancora gestisce la struttura di via Piranesi.
Si può dunque affermare senza remore che l’azienda di trasporti ha accompagnato le avventure dell’hockey milanese fin dalla sua
nascita prendendone realmente “possesso” solo nel 1988 con una partnership che portò ad identificare nella “Saima” la squadra di Milano vincitrice del trionfale scudetto 1991. La scomparsa della sponsorizzazione dalle maglie rossoblu al termine di quella trionfale cavalcata non diminuì l’attaccamento dei tifosi allo storico marchio, tanto che la parola continuò ad essere utilizzata dai tifosi per indicare la squadra (con annessa annosa e non risolta questione relativa al “genere”: “il” o “la” Saima) . Il nome di Alvise Di Canossa tornò quindi di moda dopo la chiusura imposta da Cabassi. Il presidente del gruppo Saima Avandero, nome assunto in virtù di una nuova fusione societaria, fu protagonista della partita revival 1993 nonché sponsor e finanziatore della Sportivi Ghiaccio Milano che nel settembre dello stesso anno si presentò ai nastri di partenza del campionato. Un nuovo disimpegno è datato 1995 quando la società passò dal duo Moretti – Di Canossa a Umberto Quintavalle, che cambiò la ragione sociale della formazione in Hockey Club Milano 24. Due stagioni caratterizzate da un rapporto conflittuale con la federazione tanto che alla fine dell’annata 1996-97 Quintavalle decise di non iscrivere la squadra al campionato, proseguendo la sola attività di inline. Ancora una volta la Saima arrivò in soccorso dell’hockey milanese:
Di Canossa trovò infatti nella fusione con il Cortina un escamotage per far tornare il capoluogo milanese nel massimo campionato nazionale. La squadra ampezzana, con un nuovo logo societario che comprendeva quello dello sponsor, si trasferì quindi all’Agorà nel settembre 1998, dando il via ad un nuovo capitolo della storia sportiva milanese. La globalizzazione del mercato mondiale portò le strade tra la Saima e l’hockey milanese a scindersi nel 2001 in seguito alla cessione della società di trasporti alla multinazionale belga Abx Logistics. In realtà Di Canossa mantenne il controllo del Milano fino al 2008 riuscendo a ottenere sponsorizzazioni minori dalla sua ex azienda, specialmente in occasione di alcune manifestazioni internazionali a cui la squadra partecipò. Il suo addio coincise col passaggio della Saima alla danese DSV. Le due cose non sono apparentemente collegate fra loro ma sanciscono un passaggio epocale non solo per una storica azienda italiana passata in mani straniere ma anche per la storia dell’hockey milanese per cui quella sponsorizzazione ha rappresentato pagine senza dubbio importanti, non necessariamente legate alle sole vittorie. Ancora oggi tanti tifosi che si sono avvicinati a questo sport negli anni ’90 continuano a chiamare la squadra con il nome del vecchio sponsor, volendo così indicare quelle caratteristiche di grinta, passione e cuore, che fecero di quella formazione un vero e proprio fenomeno “di costume” di quegli anni. Per questo sapere che la Saima, intesa come azienda di trasporti, ha cessato di esistere lascia in molti appassionati un senso di malinconia: l’hockey milanese invece, ne siamo certi, saprà ravvivare la fiammella mai del tutto spenta rappresentata dalla formazione attuale, ripercorrendo quei corsi e ricorsi storici che si sono alternati dal 1924 ad oggi. Mancano quattro anni al centenario, sei ad una storica olimpiade cittadina che doterà la nostra città di nuove piste ghiacciate: sognare in fondo non costa nulla, “Se lo costruisci, lui tornerà”.